Amore è possesso perenne del bene.
— Platone
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La nostra interpretazione
L’idea espressa da Platone collega l’amore a una tensione profonda verso ciò che è buono, stabile e duraturo. L’amore non viene descritto come un’emozione passeggera, ma come un legame costante con un bene che non si vuole perdere. Questo bene non è solo qualcosa di piacevole, ma qualcosa che eleva, che rende la vita degna di essere vissuta. Amare significa quindi desiderare che ciò che è prezioso resti, persista, continui a esistere in noi e accanto a noi.
Il possesso di cui si parla non ha la forma del dominio sull’altro, ma assume la forma di una partecipazione continua al bene. Non basta sfiorarlo per un momento; c’è un bisogno di continuità, di eternità. L’amore autentico non si accontenta di ciò che è fugace: cerca una presenza che non svanisca, aspira a un legame che non sia soggetto ai capricci del tempo. Per questo l’amore diventa ricerca e custodia: ricerca di ciò che è davvero buono e custodia gelosa di ciò che si è trovato. In questo senso l’amore è anche responsabilità, cura, impegno a mantenere vivo e intatto ciò che si riconosce come vero bene, sia esso una persona, un valore, un ideale o una dimensione spirituale più alta.
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