L'amore è un divino fanciullo che aborre la vergogna.
— Giacomo Casanova
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La nostra interpretazione
L’amore viene presentato come una forza giovane, istintiva e incontrollabile, che non conosce imbarazzo né pudore nel senso convenzionale. È un’energia spontanea, simile a quella di un bambino, che si manifesta senza calcoli, senza maschere sociali, senza preoccuparsi di apparire corretta o composta agli occhi degli altri. La sua natura viene definita “divina”, a sottolineare un’origine che supera la mera volontà umana: è qualcosa che trascende le regole, le buone maniere, persino le convenzioni morali, per affermarsi com’è, con una sincerità a volte scomoda.
Questa immagine mette in luce il contrasto tra la vitalità dell’amore e le norme sociali che spesso cercano di incanalarlo o reprimerlo. Dove gli esseri umani provano vergogna, tentano di contenere o di nascondere i propri sentimenti, l’amore continua ad agire in modo diretto, privo di filtri. In questo senso appare innocente e indomabile: non è malizioso, ma non è neppure disposto a piegarsi a ciò che viene considerato decoroso. La sua forza sta proprio nella libertà con cui abita i cuori, nel suo rifiuto di farsi addomesticare dal giudizio altrui. Chi lo accoglie deve accettarne la nudità emotiva: amare significa esporsi, togliere il velo della vergogna e lasciare che quella creatura giovane e misteriosa agisca senza compromessi.
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