L'amore non è un sentimento alla portata di chiunque: dipende dal nostro livello di maturità.
— Erich Fromm
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La nostra interpretazione
L’amore viene presentato come una conquista interiore, non come un’emozione spontanea disponibile a chiunque in qualsiasi momento. Amare davvero richiede un percorso di crescita, una capacità di andare oltre i bisogni immediati, l’egoismo e l’idea infantile di possesso. Non basta provare attrazione, entusiasmo o dipendenza affettiva: occorre aver raggiunto una certa solidità interiore, una conoscenza di sé che permetta di rispettare l’altro nella sua libertà e nella sua unicità.
La maturità diventa allora il criterio che distingue l’amore autentico da tutte le sue imitazioni: il capriccio, la fusione simbiotica, la paura della solitudine travestita da devozione. Chi non ha lavorato su di sé tende a chiedere all’altro di colmare vuoti, di sanare fragilità non affrontate, trasformando la relazione in una forma sottile di dipendenza. Solo chi accetta la responsabilità delle proprie emozioni, dei propri limiti e desideri, è in grado di donarsi senza annullarsi e di restare fedele a sé senza tradire l’altro.
In questa prospettiva l’amore diventa un’arte che richiede disciplina, consapevolezza e coraggio. È un processo, non uno stato passeggero. Non è il privilegio di pochi, ma non è nemmeno un punto di partenza: è piuttosto il risultato di un cammino interiore che trasforma il modo di vedere se stessi e il mondo, rendendo possibile un legame che non sfrutta, non domina e non usa, ma riconosce e valorizza la dignità dell’altro.