L'atto di disobbedienza, in quanto atto di libertà, è l'inizio della ragione.— Erich Fromm
L'atto di disobbedienza, in quanto atto di libertà, è l'inizio della ragione.
Amore e rispetto per la vita in tutte le sue manifestazioni, con la consapevolezza che non le cose, il potere e tutto ciò che è morto, bensì la vita e tutto quanto è pertinente alla sua crescita hanno carattere sacro.
L'uomo moderno pensa di perdere qualcosa del tempo quando non fa le cose in fretta. Però non sa che farsene del tempo che guadagna, tranne ammazzarlo.
Chi ama davvero ama il mondo intero, non soltanto un individuo particolare.
L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi.
L'uomo muore sempre prima di essere completamente nato.
La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base.
Accettare un beneficio equivale a vendere la libertà.
Ogni essere che viene al mondo cresce nella libertà e si atrofizza nella dipendenza.
La libertà sta di casa con la ricchezza.
L'uomo, l'uomo-artista crede più o meno in buona fede di aspirare alla libertà, ma nel suo profondo la considera come un'ipotesi disastrosa e, per fortuna, inattuabile.
L'uomo non è libero nemmeno in sogno e anche l'immobilità della pietra non è libertà, perché la pietra dura fino a quando il tempo non la riduce in polvere.
Si può essere felici della propria libertà perché quando diventa pericolosa si trova rifugio nei doveri.
La libertà, come la bravura, non è una dote che ci si autoattribuisce, ma una qualità che ci viene riconosciuta solo dopo averla esercitata.
Finché ci sarà uno stato non ci sarà libertà. Quando ci sarà libertà non ci sarà uno stato.
Bisogna mirare alla libertà. E c'è un solo modo per ottenerla: l'indifferenza verso la sorte.