Il criterio della verità è la bellezza.
L'apostolato esige un'ampia rinuncia all'amicizia terrena, ma dona anche rapporti nella fede di un'intimità altrimenti sconosciuta su questa terra.
La fede è due cose: un atto ed il suo contenuto ed oggetto: un ritenere per vero e un ritenuto per vero.
Quando l'umanità si è evoluta con successo in un suo ramo, questa sua perfezione selettiva rischia di farsi ingiusta, si evidenza rispetto all'insieme, alla media, come decadente e finisce come in un vicolo cieco biologico o viene travolta dai più forti.
Secondo la parola di Paolo è la donna la gloria dell'uomo.
Quella prima domanda, se ci sia in genere verità, potrebbe apparire comparabile con il primo tremante colloquio di un adolescente con una fanciulla, il cui risultato era la certezza che ella lo amava.
Non si capisce subito, la bellezza delle cose. La si comprende sempre dopo, quando tutto è ormai finito.
Se hai bellezza e nient'altro, hai più o meno la miglior cosa inventata da Dio.
La bellezza è soltanto epidermica, la bruttezza arriva fino all'osso.
Una sera, feci sedere la Bellezza sulle mie ginocchia. --- E la trovai amara. --- E l'ingiuriai.
Che cos'è la bellezza? Una convenzione, una moneta che ha corso solo in un dato tempo e un dato luogo.
La bellezza, dopo tre giorni, è tanto noiosa come la virtù.
Con il tempo, il bello diventa meno bello e il brutto meno brutto. Bellezza e bruttezza, infatti, sono caratteristiche dei primi approcci; poi tendono ad avvicinarsi.
Infelice è colui che non consegue il Bello, il solo Bello. [...] Ciascuno diventi bello e simile al Dio se intende contemplare e Dio e il Bello.
Bellezza senza cortesia è come un giardino senza fiori.
La bellezza altro non è che un atteggiamento.