L'occhio vede solo ciò che la mente è preparata a comprendere.— Henri Louis Bergson
L'occhio vede solo ciò che la mente è preparata a comprendere.
Gli strumenti della mente diventano ceppi, quando l'ambiente che li ha resi necessari ha cessato di esistere.
Ci sono cose che l'intelligenza è capace di cercare, ma che, da sola, non troverà mai.
Il presente non contiene altro che il passato; così, ciò che si scopre nell'effetto si trovava già nella causa.
L'Intelligenza è la facoltà di creare artificialmente degli oggetti, specialmente arnesi per fare arnesi.
Il presente è il limite indivisibile che separa il passato dall'avvenire.
Dal mio proprio esistere e dalla dipendenza che trovo in me e nelle mie idee, con un atto della ragione necessariamente deduco l'esistenza di un Dio e di tutte le cose create nella mente di Dio.
Meravigliosa la mente di bambino eh!
Gli occhi non sanno vedere quello che il cuore vede. La mente non può sapere quello che il cuore sa. L'orecchio non può sentire quello che il cuore sente. Le mani non sanno dare quello che il cuore da.
Il bisogno del nuovo è indice di stanchezza o di fragilità della mente, che reclama ciò che le manca. Non c'è nulla, infatti, che non sia nuovo.
Le menti più pure e più pensose sono quelle che amano i colori.
Esiste nella nostra mente una sorta di confine che nella vita ci manca sempre lo stimolo necessario a raggiungere, ma superato il quale tutto si fa possibile.
Le difficoltà rafforzano la mente, così come il lavoro rafforza il corpo.
Penso tra me e me quanti sono gli uomini che esercitano il corpo e quanto pochi quelli che esercitano la mente; quanta gente accorre a un passatempo inconsistente e vano, e che deserto intorno alle scienze; che animo debole hanno quegli atleti di cui ammiriamo i muscoli e le spalle.
Alla nascita la mente è una tabula rasa, oppure abbiamo alcune conoscenze innate? Secondo me, è una tabula rasa.
La mente umana possiede dei meccanismi primitivi di autodifesa che negano tutte le realtà che causano al cervello uno stress eccessivo da sopportare. Si chiama negazione.