Vorrei ringraziare il buon Dio per avermi fatto Yankee.— Joe DiMaggio
Vorrei ringraziare il buon Dio per avermi fatto Yankee.
Sono solo un giocatore di baseball con una sola ambizione: quella di dare tutto quello che posso per aiutare la mia squadra a vincere. Non ho mai giocato in nessun altro modo.
Mettere a segno una battuta vincente, diventa più importante di mangiare, bere o dormire.
L'ingratitudine è sempre una forma di debolezza. Non ho mai visto che uomini eccellenti fossero ingrati.
La gratitudine è l'anima della religione, dell'amor filiale, dell'amore a quelli che ci amano, dell'amore alla società umana, dalla quale ci vengono tanta protezione e tante dolcezze.
La gratitudine di un uomo è veleno per il suo benefattore.
La gratitudine è un debito che di solito si va accumulando, come succede per i ricatti: più paghi, più te ne chiedono.
La gratitudine nudrisce la sensibilità, ed anima la beneficenza.
Esiste un proverbio che trovo verissimo essendomi trovato nella medesima circostanza: un gran servizio si suole soddisfare con una grande ingratitudine.
Oggi non si insegna più a dire grazie. Viene preso per scontato il ricevere un regalo o una gentilezza.
Se detesti la maleducazione, devi sempre dire grazie e per favore. Dire grazie cambia la giornata a te e a chi se lo sente dire.
E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine.
A volte provo un senso di gratitudine per gli anni trascorsi in prigione. Senza quegli anni, sarei piaciuto a Mi-do.