La gratitudine è un sentimento che invecchia presto.— Aristotele
La gratitudine è un sentimento che invecchia presto.
Pensate da uomini saggi, ma parlate come la gente comune.
È nella natura del desiderio di non poter essere soddisfatto e la maggior parte degli uomini vive solo per soddisfarlo.
La natura non fa nulla di inutile.
Non bisogna esprimere la propria opinione prima del dovuto, ma dopo aver esaminato molte volte il problema, e non è neppure infruttuoso porre semplicemente delle difficoltà: non bisogna dimenticare che è un uomo non soltanto chi ha successo, ma anche chi affronta una dimostrazione.
Un essere che per natura non appartiene a se stesso ma a un altro, pur essendo uomo, questo è per natura schiavo: e appartiene a un altro chi, pur essendo uomo, è oggetto di proprietà.
E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine.
I benefici sono graditi finché possono essere ricambiati, quando sono troppo grandi, invece di gratitudine generano odio.
La gioia è la più semplice forma di gratitudine.
È tanto più facile ricambiare l'offesa che il beneficio; perché la gratitudine pesa, mentre la vendetta reca profitto.
La gratitudine è l'anima della religione, dell'amor filiale, dell'amore a quelli che ci amano, dell'amore alla società umana, dalla quale ci vengono tanta protezione e tante dolcezze.
A volte provo un senso di gratitudine per gli anni trascorsi in prigione. Senza quegli anni, sarei piaciuto a Mi-do.
L'ingratitudine è un modo come un altro per pagare i debiti. Ed è il preferito perché costa meno.
La gratitudine è un debito che di solito si va accumulando, come succede per i ricatti: più paghi, più te ne chiedono.
Noi siamo facili a chiedere, ma non a ringraziare.
Volevo ringraziare un miliardo di cinesi, che mi seguono da centodieci repliche. E non è il problema di trovare teatri grandi, quanto il giro di pullman che ci sarà domani a Ferrara.