La politica è la scelta fra il disastroso e lo spiacevole.— John Kenneth Galbraith
La politica è la scelta fra il disastroso e lo spiacevole.
Il socialismo, al nostro tempo, non è una conquista dei socialisti; il socialismo moderno è il figlio degenere del capitalismo. E così sarà negli anni a venire.
I soldi differiscono da un'automobile, da una padrona o da un cancro nell'essere ugualmente importanti per quelli che li hanno e per quelli che non li hanno.
Nella società opulenta non si può fare nessuna valida distinzione tra i lussi e le necessità.
Gli economisti non avanzano previsioni perché sono in grado di farle, ma soltanto perché qualcuno le richiede.
I nemici della saggezza convenzionale non sono le idee ma la marcia degli eventi.
Se le navi vanno generalmente meglio degli Stati, ciò accade per la sola ragione che in esse ognuno accetta la parte che gli compete, mentre negli Stati meno se ne sa, generalmente, più s'ha la smania di comandare.
In politica, mio caro, lo sapete quanto me, non ci sono uomini ma idee; non sentimenti ma interessi; in politica non si uccide un uomo: si elimina un ostacolo, ecco tutto.
L'ultimo club di maschi e per maschi, un fortino ancora resistentissimo.
Più leggi ed osservi questa cosa che è la politica, più devi ammettere che ciascun partito è peggio dell'altro. Quello che non è al potere sembra sempre il migliore.
In democrazia, un partito dedica sempre il grosso delle proprie energie a cercare di dimostrare che l'altro partito è inadatto a governare; e in genere tutti e due ci riescono, e hanno ragione.
Ci sono due metodi, o mezzi, tramite i quali i bisogni e desideri dell'uomo possono essere soddisfatti. Uno è la produzione e lo scambio dei beni; questo è il mezzo economico. L'altro è l'appropriazione non ricompensata di beni prodotti da altri; questo è il mezzo politico.
Non a caso euro, privatizzazioni senza liberalizzazioni, distruzione giustizialista dei partiti e creazione dei partiti personali neocaciquisti fanno un tutt'uno.
Un culto è una religione senza potere politico.
Per diventare padrone, il politico si atteggia a servo.
C'è sempre spazio al vertice.