Nelle anime il legame del dolore è più forte del vincolo della felicità e della gioia, e l'amore che viene lavato dalle lacrime rimane puro, bello ed eterno.
— Khalil Gibran
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La nostra interpretazione
Il dolore, condiviso tra due persone, genera un legame che spesso si rivela più profondo di quello costruito solo sulla gioia. La sofferenza mette alla prova, scrosta le illusioni e costringe a guardare l’altro e se stessi senza maschere. Quando un sentimento attraversa la prova delle lacrime e resiste, diventa più autentico, più essenziale. Non è più fatto soltanto di momenti felici, ma di presenza, di sostegno, di capacità di rimanere anche quando tutto sembra crollare.
L’amore che sopravvive al dolore esce trasformato: perde la superficialità, guadagna in verità. In questo processo, appare più puro perché depurato dall’egoismo, dalle aspettative idealizzate, dal desiderio di possesso. Diventa bello proprio nella sua vulnerabilità, nel coraggio di esporsi, nella fedeltà silenziosa delle situazioni difficili. Da questo radicamento nella sofferenza condivisa nasce una forma di eternità: non nel senso di un tempo infinito, ma come traccia indelebile nell’anima, come qualcosa che continua a esistere e a operare anche quando le circostanze cambiano. È un amore che non si limita a cercare la felicità, ma ne diventa fonte, proprio perché ha attraversato e trasceso il dolore.
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