L’immagine del tentativo di sfondare una porta blindata rende evidente quanto l’amore, per esistere davvero, debba nascere da una disponibilità spontanea e reciproca. Non è qualcosa che si possa ottenere con la forza di volontà, con la pressione o con l’insistenza, per quanto intense possano essere le emozioni di una sola delle due persone. Quando dall’altra parte non c’è apertura, la testardaggine non porta a un legame più profondo, ma a un danno: frustrazione, umiliazione, perdita di dignità, sofferenza psicologica. Il paragone con il pronto soccorso suggerisce che ostinarsi, invece che arrendersi a un rifiuto o a una mancanza di interesse, produce inevitabilmente ferite interiori. L’errore sta nel credere che il sentimento, se autentico, possa convincere l’altro a ricambiare. In realtà, l’amore richiede un varco già predisposto, una porta almeno socchiusa. Se è davvero libero, non lo si costringe e non lo si pretende: lo si accoglie quando c’è, e lo si lascia andare quando non trova terreno fertile. Accettare questo limite significa proteggere se stessi e riconoscere la libertà emotiva dell’altro, rinunciando all’illusione di poter conquistare chi non è disposto a farsi raggiungere.