Vivo per amarti, morirò se dovrò dimenticarti.
— Jim Morrison
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La nostra interpretazione
Le parole esprimono un’intensità emotiva assoluta: l’esistenza stessa trova significato nel legame con l’altra persona. Il senso della vita viene interamente affidato al sentimento, come se ogni respiro, progetto e speranza fossero radicati nella presenza dell’amato o dell’amata. Non si tratta di un affetto moderato o razionale, ma di una dedizione totale, che sfiora l’idea di annullamento di sé. Il pensiero di dover cancellare dalla memoria quella persona viene percepito come una condanna peggiore della morte, perché significherebbe perdere non solo un ricordo, ma l’asse portante della propria identità.
In questa prospettiva il confine tra amore e dipendenza affettiva si fa sottile. Da un lato emerge la bellezza di un trasporto sincero, disposto a resistere al tempo e alle difficoltà. Dall’altro lato affiora una fragilità profonda: se tutto il senso del proprio vivere ruota attorno a un solo essere umano, ogni cambiamento, separazione o oblio diventa insopportabile. Il sentimento viene così vissuto come assoluto, senza mezze misure, capace di dare vita ma anche di togliere il terreno sotto i piedi, perché ciò che viene promesso interiormente non è soltanto fedeltà, ma un’appartenenza radicale da cui non si immagina ritorno.