È nel grande ordine che vi è un piccolo disordine.— Leibnitz
È nel grande ordine che vi è un piccolo disordine.
Il presente è saturo del passato e gravido dell'avvenire.
L'essenza del classicismo è venire dopo. L'ordine presuppone un certo disordine che esso viene a sistemare.
Mi guardo allo specchio, arrabbiata e delusa. Al diavolo i miei capelli, che non vogliono saperne di stare a posto.
La rabbia è eccitante, ma mi lascia confuso ed esausto.
Non sono una lettrice coscienziosa, di buona memoria. Leggo moltissimo ma disordinatamente, e dimentico quello che leggo. Anzi, per dire meglio, ne conservo una memoria distorta.
Gli uomini debbono essere governati. Lasciati liberi di fare quello che vogliono significa incrementare la bestialità e il disordine.
È una caratteristica propria del nostro spirito immaginare disordine e oscurità là dove non sappiamo nulla di certo.
Sono i deboli e i confusi che venerano le finte semplicità della franchezza brutale.
Quando la lasciamo fare, la natura si tira fuori da sola pian piano dal disordine in cui è finita. È la nostra inquietudine, è la nostra impazienza che rovina tutto, e gli uomini muoiono tutti quanti per via dei farmaci e non per via delle malattie.
Forse la natura è fondamentalmente brutta, caotica e complicata. Ma se è così, allora voglio uscirne.
Se tutto converge all'uno, si mette per forza in ordine; il disordine c'è quando non c'è un «uno» verso cui, in funzione di cui andare.