Quando il gioco si fa duro, i duri si chiedono se è il caso.
Ho deciso che le parolacce non le dico più. Dico solo diamine, acciderba, ammappalo e, quando mi girano un po': "Non farmi girare i mumbastic" e "Vaffa". Vaffa lo dico perché non se ne può fare a meno, è come il telefonino, non esco mai senza.
La bellezza è una roba che viene fuori da dentro. Come i rutti.
Non ci sono più mezze stagioni. Vivaldi, fosse nato adesso, non faceva primavera, estate... Ne faceva una sola, una sola di strombazzamenti e la chiamava 'Tempo di merda'.
Quando la malinconia di essere sole vi blocca il gozzo e non riuscite a mandar giù neanche un goccio di succo di frutta, fate così. Guardate i fidanzati o i mariti delle vostre amiche. Guardateli bene. E poi domandatevi se c'è ancora da piangere perché siete da sole.
Non c'è mai la tua misura. Mai. Con le taglie dei saldi, questo è un dogma assoluto, si possono vestire soltanto donne cannone, uomini Frankenstein e nani di Twin Peaks.
Il gioco è un corpo a corpo con il destino.
Giocare significa fare esperimenti col caso.
Giocare, giocare non è divertente, nel senso leggiadro della parola. Anzi è una cosa, con quella tensione senza respiro, profondamente faticosa.
I tratti essenziali di ogni gioco: la simmetria, le leggi arbitrarie, il tedio.
Due cose mantengono vive le creature: il letto e il giuoco; peroché l'uno è refrigerio de le fatiche e l'altro ricreazione de i fastidi.
Il gioco è una delle dimensioni più libere e appassionate della esistenza; poche cose si fanno con tanta intensità come i giochi.
L'uomo è veramente se stesso quando gioca.
Il gioco d'azzardo è una concorrenza troppo scoperta, senza veli, e come ogni sfacciata nudità offende il senso del pudore.
Un giocatore di carte dovrebbe sapere che una volta che il denaro sta nel piatto, cessa di essere suo.