Il danaio che si spende è sterile, e quel che si gioca è fruttifero.— Pietro Aretino
Il danaio che si spende è sterile, e quel che si gioca è fruttifero.
Come Plaudite et valete? Donque io ho durato tanta fatica a comporre questo argumento, serviziale, cristioro o quel che diavol si chiami, et ora vuoi ch'io lo getti via? Per mia fe', che tu hai magior torto che 'l campanile de Pisa e che la superchiaria.
L'arte è una nativa considerazione de l'eccellenza de la natura, la quale se ne vien con noi da le fasce.
Non ci sono più false pazzie di quelle che talvolta fanno i saggi.
E se del fotter mio piacer non hai, fatti pur verso me qui, dallo spasso, che se sino ai coglion dentro va il cazzo, dolcezza assai maggior ne sentirai.
L'ambizione è lo sterco della gloria.
Il gioco è un corpo a corpo con il destino.
Ogni regola del gioco è affascinante. Un gioco, non è che questo, e il delirio del gioco, il piacere intenso del gioco proviene dalla chiusura nella regola.
Il gioco d'azzardo è una concorrenza troppo scoperta, senza veli, e come ogni sfacciata nudità offende il senso del pudore.
Quando il gioco si fa duro, i duri si chiedono se è il caso.
Il gioco è sempre una perdita: di tempo, se non altro.
Il gioco è una delle dimensioni più libere e appassionate della esistenza; poche cose si fanno con tanta intensità come i giochi.
L'uomo è veramente se stesso quando gioca.
Le carte sono una guerra, sotto le mentite spoglie di un gioco.
Giocare, giocare non è divertente, nel senso leggiadro della parola. Anzi è una cosa, con quella tensione senza respiro, profondamente faticosa.
Due cose mantengono vive le creature: il letto e il giuoco; peroché l'uno è refrigerio de le fatiche e l'altro ricreazione de i fastidi.