Ecco una cosa grandiosa: avere la debolezza di un uomo e la tranquillità di un dio.
Non c'è niente che giovi quanto starsene tranquilli e parlare pochissimo con gli altri e il più possibile con sé stessi.
Non devi farti simile ai malvagi perché sono molti, ne farti nemico ai molti perché sono diversi da te.
Se l'eloquenza scaturisce senza sforzo, facile o spontanea, ben venga e tratti argomenti di grande rilievo: ma evidenzi la sostanza, non se stessa.
È cosa iniqua non stendere la mano verso chi è caduto.
Noi finiamo con l'imparare per la scuola e non per la vita.
Non era affatto debole, era straordinariamente fragile e potente come tutte le persone forti e profonde.
La società è prodotta dai nostri bisogni, e il governo dalle nostre debolezze.
La forza della critica risiede nella debolezza della cosa criticata.
Mostrare pietà è una debolezza.
In un mondo dove si vive di egoismo, dello schiacciarsi l'uno con l'altro, mantenere il cuore aperto e disponibile ti rende vulnerabile.
Dio è la speranza del forte, e non la scusa del vile. Noi siamo tutti impastati di debolezze e di errori: perdonarci reciprocamente le nostre balordaggini è la prima legge di natura.
L'esperienza c'informa che la prima difesa degli spiriti deboli è recriminare.
Non scoprire la debolezza è l'artificio della forza.
Pesa la percezione del cattolicesimo come «religione debole» moralmente, viziata da un perdonismo e da un'inclinazione all'indulgenza che ne hanno sempre costituito la forza; e che invece ora le vengono rimproverate come difetti intollerabili.
La presunzione lavora più forte nei corpi deboli.