La più bella di tutte le lingue non è dunque il greco, è la matematica.
C'è l'ordine delle idee e l'ordine delle fottute parole.
Non si può vivere e pensare. Ciascuna delle due cose, rispetto all'altra, è una perdita di tempo.
L'uomo, nella sua versione maschile, si può considerare una struttura per sostenere i testicoli.
Dio è stato complice di Hitler, e il Papa gli teneva il sacco.
Non necessariamente chi conosce una proposizione aritmetica conosce qualcosa.
Non solo la matematica è reale, ma è l'unica realtà.
La matematica è come la dama: è adatta ai giovani, non troppo difficile, divertente, e senza pericoli per lo stato.
La vera religione è la matematica, e il resto è superstizione.
Difficilmente ho mai incontrato un matematico in grado di ragionare.
Non è nell'essenza della matematica avere dimestichezza con le idee di numeri e quantità.
Trascurare la matematica è un'offesa al sapere, poiché chi la ignora non può conoscere le altre scienze o le cose del mondo.
Ammettiamo che lo scopo della matematica è una divina pazzia dello spirito umano, un rifugio dagli stimoli e dall'urgenza degli avvenimenti contingenti.
Matematica è una parola greca che all'inizio includeva i concetti di musica e astronomia. Solo nell'accezione contemporanea è diventata una materia a sé. Ma secondo me continua a essere intrinsecamente collegata a innumerevoli altre discipline.
La matematica, ahinoi, si presta ai colpi bassi. C'è un «terrorismo matematico», che consiste nello spaventare l'avversario sparandogli contro raffiche di equazioni, derivate, integrali, logaritmi, matrici, teoremi e corollari.