Marcello Marchesi offre una riflessione profonda sulla natura della felicità e del suo rapporto con la percezione soggettiva. Suggerisce che chi vive in uno stato di beatitudine potrebbe essere vissuto come privo di comprensione o consapevolezza delle difficoltà della vita, ma questa idea serve anche a mitigare le sofferenze personali attraverso un atteggiamento filosofico e positivo. Questa frase invita il lettore ad esplorare i limiti del nostro desiderio di felicità costante come una condizione in cui si evitano gli aspetti più complessi dell'esistenza, ma allo stesso tempo riconoscere che certe illusioni possono fungere da meccanismo protettivo contro la tristezza. La sua affermazione è un invito alla riflessione sulle dinamiche della mente umana e sui modi in cui cerchiamo di gestire le emozioni difficili attraverso paradigmi che ci consolano, anche se potrebbero non essere del tutto realistici.