C'è democrazia senza i partiti?
L'immagine, desolante, di una «democrazia senza popolo» e di quella che, in un futuro non lontano, potrebbe diventare un «popolo senza democrazia».
Non c'è persona piú fedele del buono a nulla, perché non ha alternative.
A fronte dell'ipocrisia di una finta democrazia, meglio un dominio monopolistico franco, chiaro, concreto, diretto.
All'identificazione tende a sostituirsi un senso di estraneità. Alla militanza la diffidenza: un sentimento misto di frustrazione per l'impotenza dei decisori e d'insofferenza per la loro intrusività.
Il partito è una forma di organizzazione. Per certi aspetti l'organizzazione per eccellenza: quella su cui poggia il funzionamento strutturale del sistema politico.
La gravità dei fatti accaduti dentro la scuola Diaz e nella caserma Bolzaneto, per me, da soli, bastano per mettere in discussione il luogo comune che viviamo in un paese democratico.
Io non appartengo a nessun partito organizzato. Io sono un democratico.
Una società autenticamente democratica è una società che contesta qualunque cosa venga prestabilita e che così facendo libera la creazione di nuovi significati.
È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature.
La democrazia non ha come fine la felicità di tutti ma ha quello di crearne per tutti le condizioni di possibilità, eliminando le più evidenti cause di infelicità.
Quante volte ancora sarà necessario dire che il Fondo Monetario Internazionale non è democratico?
In tempo di democrazia la giustizia non si fa scavando le tombe.
La democrazia è la patetica fiducia nella saggezza collettiva di una ignoranza individuale.
La libertà e la democrazia diventano scellerate quando hanno le mani imbrattate del sangue degli innocenti.
La democrazia dà poco ai governanti e molto ai governati. Il contrario avviene nelle aristocrazie, in cui il denaro dello stato va soprattutto a profitto della classe dirigente.