La volgarità di un'idea si misura dal suo bisogno di proselitismo.
Si può osservare che nelle discussioni politiche, religiose o d'altra natura la gente non vuole affatto conoscere la realtà delle cose, ma solo essere confermata nei suoi pregiudizi: è di una fede, non della verità, che ha bisogno.
Se vuoi rendere inoffensivo il tuo nemico più acre non hai che da lodarlo. È probabile che non solo smetta di nuocerti, ma che si trasformi in un amico.
A differenza del talento o del genio la stupidità non può essere nascosta: appartiene alla sua natura l'urgenza di manifestarsi.
Il sublime e il kitsch non sono lontani tra loro: quando lo splendore di un paesaggio diventa quasi insostenibile, a che cosa mai si può pensare se non a una cartolina?
La nostra nullità dovrebbe moderare la nostra ambizione; d'altronde questa nasce proprio da quella.
Un'idea fissa è una forza centripeta che tiene insieme un'esistenza impedendole di smarrirsi nell'indistinta dispersione delle cose.
L'origine delle idee religiose e morali è nell'uomo, cercarla fuori dell'uomo è un nonsenso.
Il fatto che un uomo si immola per un'idea, non prova punto che essa sia vera.
Le idee non possono realizzare nulla. Per realizzare le idee, c'è bisogno degli uomini, che mettono in gioco una forza pratica.
I princìpi restano e le idee invece cambiano con gli uomini cui vengono date in appalto.
Tutte le idee che hanno enormi conseguenze sono sempre idee semplici.
Le idee non entrano in azione in massa il giorno che sono nate.
Meno idee si hanno e meno si è disposti a cambiarle.
Se in un primo momento l'idea non è assurda, allora non c'è nessuna speranza che si realizzi.
Un'idea, un concetto, un'idea, finché resta un'idea è soltanto un'astrazione. Se potessi mangiare un'idea, avrei fatto la mia rivoluzione.