Il cinema non produce arte, crea al massimo cultura.
Il cinema non morirà mai, ormai è nato e non può morire: morirà la sala cinematografica, forse, ma di questo non mi frega niente.
Senza questi elementi, fame, morte, malattia e miseria noi non potremmo far ridere in Italia.
La vita non è sempre degna di essere vissuta; se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena.
La vera felicità è la pace con se stessi. E per averla non bisogna tradire la propria natura.
La fotografia è verità, e il cinema è verità ventiquattro volte al secondo.
Il cinema è l'unica forma d'arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.
Il cinema non è tutto il circo che gli si forma intorno.
Non sono brava a capire ciò che il pubblico vuole vedere.
Amo il cinema non in quanto tale ma perché rappresenta la possibilità di raccontare storie che riguardano la nostra vita, i nostri problemi: mi piace inserirmi in questi problemi e analizzarli; se non lo facessi nel lavoro, mi resterebbe ben poco tempo per farlo nella mia giornata.
Il cinema è solo una moda passeggera. È il dramma in lattina. Il pubblico vuole vedere storie di carne e di sangue rappresentate in palcoscenico.
Il cinema: una donna nuda e un uomo con la pistola.
Ora ho delle idee sulla realtà, mentre quando ho cominciato avevo delle idee sul cinema. Prima vedevo la realtà attraverso il cinema, e oggi vedo il cinema nella realtà.
Poiché il cinema non è solo un'esperienza linguistica, ma, proprio in quanto ricerca linguistica, è un'esperienza filosofica.
Il teatro è condannato a morire da sé e deve consegnare il suo retaggio al cinematografo. Il cinematografo, tramutati in un ramo industriale l'ingenuo realismo e l'artisticità di Cechov e Gorki, spiana la strada al teatro dell'avvenire, alla libera arte dell'attore.