Provare è parte del fallire. Se hai paura di fallire allora hai paura di provare.
Sii preparato a cavalcare i cicli e le mode della vita; il successo non è mai permanente e il fallimento non è mai finale.
Ma se sei uomo, ammira chi tenta grandi imprese, anche se fallisce.
Prima che il successo faccia la sua comparsa nella sua vita, una persona si imbatterà sicuramente in molte sconfitte temporanee e, forse, anche in qualche vero e proprio fallimento.
Quando siamo a terra possiamo guardare solo in alto.
Il successo è il solo infallibile criterio di saggezza per le menti volgari.
Il fallimento deve essere il nostro insegnante, non il nostro becchino. Il fallimento è ritardo, non sconfitta. È un intoppo temporaneo, non un vicolo cieco. Il fallimento è qualcosa che possiamo evitare solo non dicendo nulla, non facendo nulla, non essendo nulla.
L'errore non è nel fallimento, ma in uno scopo meschino: nelle grandi imprese, la gloria viene anche dal fallimento.
Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
Il fallimento è istruttivo. La persona che davvero pensa impara tanto dai suoi insuccessi quanto dai suoi successi.
Questa che chiamiamo fortuna, è una donna ubriaca e capricciosa, ma soprattutto cieca, e così non vede ciò che fa, né sa chi getta nella polvere né chi invece porta sugli altari.