Qualcuno ci sorveglia mentre scriviamo. La madre. Il maestro. Shakespeare. Dio.
L'invidia non arriva mai al ballo vestita da invidia. Arriva vestita da qualcos'altro: ascetismo, standard elevati, buonsenso.
Molti scrittori hanno necessità di ferite, ciascuna fisica o spirituale.
Le pallottole non possono essere chieste indietro. Non potevano non essere inventate. Ma possono essere tolte dai fucili.
Le armi sono come i soldi; nessuno ne ha mai abbastanza.
Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo.
Ogni opera d'arte la sai quando ti diventa facile; quella dello scrivere quando ti diventa difficile.
Scrivere bene si può, e non è neppure difficile. L'importante è capire chi scrive male, e regolarsi di conseguenza.
Non è un sogno pensare di essere pagati per scrivere la recensione di un'attività commerciale.
Saper scrivere così è un privilegio ma anche una responsabilità. Se uno ha un dono come il tuo non ha il diritto di sprecarlo.
Colui che scrive in modo affettato somiglia a colui che si mette in ghingheri per non essere scambiato e confuso col volgo; è questo un pericolo che il gentleman non corre mai, anche se indossa l'abito più misero.
Di tutto quanto è scritto io amo solo ciò che uno scrive col suo sangue. Scrivi col sangue: e allora imparerai che il sangue è spirito.
Mi figuro, per un inestirpabile pregiudizio di scrittore, che nulla resterà non detto.
Sappiate scrivere, ma non leggere: non importa.
Non scrivere mai per piacere al pubblico, ma per piacere a te.