Qualcuno ci sorveglia mentre scriviamo. La madre. Il maestro. Shakespeare. Dio.— Martin Amis
Qualcuno ci sorveglia mentre scriviamo. La madre. Il maestro. Shakespeare. Dio.
Bisogna camminare sette volte nello stesso posto perché smetta di farti paura.
L'invidia non arriva mai al ballo vestita da invidia. Arriva vestita da qualcos'altro: ascetismo, standard elevati, buonsenso.
Molti scrittori hanno necessità di ferite, ciascuna fisica o spirituale.
Non è affatto chiaro come l'idea del paradiso-via-inferno abbia potuto sopravvivere a un solo istante di riflessione.
Le armi sono come i soldi; nessuno ne ha mai abbastanza.
Scrivere è un'attività per invalidi compiaciuti che sublimano nei libri la frustrazione di non riuscire a vivere.
Racconterò una mia storia, senza nulla dovere a nessun poeta che mi ha preceduto; su un carro solitario solcherò il cielo, con una barca tutta mia fenderò le onde.
Scrivi qualcosa per piacere a te stesso e piacerà a molte persone; scrivi qualcosa per piacere a tutti e difficilmente interesserà a qualcuno.
Sfido chiunque nel suo momento più buio a scrivere le cose che lo rendono felice, anche quelle sciocchezzuole come l'erba verde o una conversazione amichevole con qualcuno in ascensore. Incomincerà a rendersi conto di quanto è ricco.
C'è solo una cosa su cui scrivere: il cuore umano in conflitto con se stesso.
Un uomo semplice, un uomo che ha il coraggio d'avere una firma leggibile.
Scrivere è il novanta per cento di me. L'altro dieci è aspettare di scrivere.
Io so soltanto che preferirei parlare con te, ma siccome sono costretto a scrivere perché sei distante un milione di chilometri... allora devo scrivere qualunque cosa, qualunque cosa o tutto, così come viene.
Non è un sogno pensare di essere pagati per scrivere la recensione di un'attività commerciale.
Il vero problema dello scrivere non è tanto di sapere ciò che dobbiamo mettere nella pagina, ma ciò che da questa dobbiamo togliere.