Una rivolta è in fondo il linguaggio di chi non viene ascoltato.
Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano.
Con la violenza puoi uccidere colui che odia, ma non uccidi l'odio. La violenza aumenta l'odio e nient'altro.
Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici.
La chiesa non è la padrona o la serva dello stato, ma la coscienza dello stato.
Prima o poi arriva l'ora in cui bisogna prendere una posizione che non è nè sicura, nè conveniente, nè popolare; ma bisogna prenderla, perchè è giusta.
La rivolta consiste nell'amare un uomo che non esiste ancora.
La rivolta, in senso etimologico, è un voltafaccia. In essa, l'uomo che camminava sotto la sferza del padrone, ora fa fronte. Oppone ciò che è preferibile a ciò che non lo è.
Non esiste rivolta senza la sensazione d'avere in qualche modo, e da qualche parte, ragione.
Non tutti i valori trascinano con sé la rivolta, ma ogni moto di rivolta fa tacitamente appello a un valore.