La rivolta consiste nell'amare un uomo che non esiste ancora.
Se la paura della morte è, in effetti, un'evidenza, altrettanto evidente è che questa paura, per quanto grande sia, non è mai stata in grado di contrastare le passioni umane.
Non sarai mai felice se continui a cercare in che cosa consista la felicità. Non vivrai mai se stai cercando il significato della vita.
Che abiezione, che schifo, che senso di vomito sentirci crescere dentro quella stessa viltà e quell'impotenza che abbiamo disprezzato negli altri.
Ogni atto di ribellione esprime nostalgia per l'innocenza e una richiesta all'essenza dell'essere.
Come vivere senza qualche buona ragione di disperare!
Una rivolta è in fondo il linguaggio di chi non viene ascoltato.
La rivolta, in senso etimologico, è un voltafaccia. In essa, l'uomo che camminava sotto la sferza del padrone, ora fa fronte. Oppone ciò che è preferibile a ciò che non lo è.
Non esiste rivolta senza la sensazione d'avere in qualche modo, e da qualche parte, ragione.
Non tutti i valori trascinano con sé la rivolta, ma ogni moto di rivolta fa tacitamente appello a un valore.