La medicina è un'opinione.
Il matrimonio, così per l'uomo come per la donna, può essere un approdo o un naufragio. Il curioso si è, che lo sanno dopo, che cosa è stato.
Giocare, giocare non è divertente, nel senso leggiadro della parola. Anzi è una cosa, con quella tensione senza respiro, profondamente faticosa.
Le letture non si consigliano, se non ai principianti del leggere. Ognuno deve trovare le proprie letture con l’istinto, che nel lettore abituato diventa quasi sempre infallibile.
Presente. Uno non sa mai se il presente sia per lui la fine d'un passato o il principio d'un futuro: una conclusione o un antefatto.
Rimorso. È il sentimento più straziante: perciò spesso noi non torniamo al male: non perché del male hai acquisito l'orrore, ma per una forse inavvertita paura del rimorso che ne seguirà.
Bisogna essere nati per il proprio medico, altrimenti si perisce a causa del proprio medico.
La medicina è anche una professione di morte, medicina e "medicidio".
Per quanta giustizia possa esserci in una città, basterà la presenza del mattatoio a farne una figlia della maledizione. Per quanto nobile possa essere una ricerca di medicina, la sperimentazione su esseri viventi ne farà sempre una figlia della maledizione.
Una medicina è una sostanza che quando viene iniettata in una cavia produce un articolo scientifico.
Non è bene, per un medico, ammettere che non si sente bene.
Nessuna famiglia prende così poche medicine come quella del dottore, eccettuata quella del farmacista.
I medici sono i più felici tra gli uomini: la rinomanza proclama i loro successi e la terra ricopre i loro errori.
Definirò ciò che ritengo essere la medicina: in prima approssimazione, liberare i malati dalle sofferenze e contenere la violenza della malattia, e non curare chi è ormai sopraffatto dal male.
Non ho alcun dubbio, dalla mia esperienza del suo valore, che sarà riconosciuta come una delle più grandi scoperte nel campo della medicina.
Il malato deve guidare il medico, come il cane il cacciatore.