Il futuro della tv è nel web.
Una volta l'onestà era il minimo che si richiedesse ad un individuo. Oggi è un optional.
Ora un governo dura meno di una gravidanza.
Abbiamo difeso e difendiamo l'autonomia della magistratura, perché l'idea che la magistratura inquirente e la pubblica accusa siano sottoposte al potere politico sarebbe devastante.
Il pettegolezzo diverte solo noi giornalisti: ce la cantiamo e ce la suoniamo.
La Rete, da Amazon a eBay, ha fatto emergere una coda lunga di domanda per i prodotti fisici di nicchia; oggi gli strumenti democratizzati di produzione stanno facendo emergere anche una coda lunga di offerta.
I social network sono, come internet, sono una grande risorsa e una grande rivoluzione. Sia nel costume, nella cultura che nell'informazione. Come tutte le cose hanno dei lati positivi e negativi. Credo che in questo caso i lati positivi superino di gran lunga quelli negativi.
I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l'invasione degli imbecilli.
Mostratemi un politico moderno che non capisce Internet e vi mostrerò un perdente.
Siamo in guerra e la vinceremo. La Rete è dalla nostra parte.
Per quanto mi riguarda, Internet è solo un modo nuovo per essere respinto da una donna.
Internet? Prova a scaricare un tortellino se ci riesci!
I social network devono il loro successo in termini di coinvolgimento dell'utente.
Il Congresso approverà una legge che limita i commenti pubblici su Internet degli individui che hanno trascorso un minimo di un'ora navigando mentre in effetti svolgevano un compito specifico.
L'equazione social web uguale blog sembrava rivoluzionaria e destinata a vivere anni felici, ma contrariamente alle aspettative successe qualcosa del tutto inaspettato: l'avvento dei social network.