I moderni veri sono costretti a essere antimodernisti.— Milan Kundera
I moderni veri sono costretti a essere antimodernisti.
La ragazza che desidera il matrimonio desidera qualcosa di cui non sa nulla. Il giovane che brama la gloria non ha alcuna idea di cosa sia questa gloria. Ciò che dà un senso al nostro comportamento è sempre qualcosa che ci è totalmente sconosciuto.
Lo scrittore che si sforza di sorvegliare le traduzioni dei suoi romanzi corre dietro alle innumerevoli parole come un pastore dietro a un gregge di pecore brade; triste figura ai propri occhi, ridicola agli occhi degli altri.
Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa dall'altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza.
L'erotismo è come il ballo: c'è sempre uno che conduce l'altro.
Il mondo è pieno di sofferenze ma è altrettanto pieno di persone che le hanno superate.
Non possiamo fermare la modernità, ma non possiamo nemmeno subirla in modo passivo.
La modernità risolve i suoi problemi con soluzioni ancora peggiori dei problemi.
Tutti quelli che esaltano il frastuono dei mass media, il sorriso imbecille della pubblicità, l'oblio della natura, l'indiscrezione innalzata al rango di virtù, li si deve chiamare: collaborazionisti della modernità.
Sono solo i moderni a diventare sorpassati.
La modernità si è compiaciuta di mostrare che il dono gratuito è uno degli eventi più rari nella vita umana.
Il moderno invecchia. Il vecchio torna di moda.
L'operaio di una città moderna usufruisce, oggi, di un benessere materiale superiore a quello di un nobile dei secoli scorsi.
La modernità non sfugge alla tentazione di identificare il permesso con il possibile.
Quando il Moderno si presenta come "il nuovo" assoluto, in verità è già decrepito.