L'amicizia non è altro che un nome.
Le rivoluzioni sono paragonabili ai letami più ributtanti che promuovono la crescita dei più bei vegetabili.
In politica ci corre una grande distanza dalle promesse alla realtà.
Spetta agli uomini onesti illuminare il governo.
L'uomo si chiede: donde vengo? chi sono? dove vado? Questi misteri ci spingono verso la religione. Noi accorriamo ad essa, la nostra naturale tendenza ci trascina, ma l'istruzione ci arresta.
In tempi di rivoluzione un soldato non deve mai disperare di nulla quando ha perseveranza e coraggio.
Se ti trovi nei guai, niente di meglio che avere accanto un amico sincero.
Iniziamo a invecchiare nel momento in cui nasciamo, cambiamo giorno dopo giorno, la vita è un continuo fluire. Ci evolviamo. L'unica cosa diversa è che adesso siamo un po' più vicini alla morte. E cosa c'è di male in questo? L'amore e l'amicizia non invecchiano.
La politica e l'amicizia sono come due vecchi coniugi che convivono senza toccarsi.
L'amicizia, come l'immortalità dell'anima, è troppo buona per essere creduta.
Riconosci sempre un vecchio amico: quando fai una grossa stupidaggine, lui ti conforta dicendoti che non è nulla di grave.
Sono pochissimi gli amici con cui si possa stare in silenzio. Una volta che si smette di parlare inutilmente, il corpo scandisce con naturalezza i ritmi impressi in noi nel corso di lunghi anni. La conversazione diventa lenta e pacata.
Il linguaggio dell'amicizia non è fatto di parole ma di significati.
Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano.
Un uomo di grande virtù, se non ebbe nemici fuor dal comune, ebbe certamente buoni amici. Se non ebbe nemici straordinari che lo costrinsero a essere accorto, certamente ebbe buoni amici che lo aiutarono.
Spesso in un amico cerchiamo niente di più che un orecchio.
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