La matematica è la Vita degli Dei.
L'astrazione indebolisce, la riflessione rinforza.
Quando conferiamo al comune un senso più elevato, all'ordinario un aspetto misterioso, al noto la dignità dell'ignoto, al finito un'apparenza infinita allora io lo romanticizzo.
Per l'uomo profondamente religioso, nulla è peccato.
Chi vuol cercare Dio lo trova dappertutto.
Anche il caso ha le sue regole.
La matematica è un gioco che segue alcune semplici regole, giocato con segni senza senso sulla carta.
Anche in matematica ha luogo uno sviluppo graduale delle conoscenze che porta la ricerca a fare passi avanti. Ma c'è sempre qualche risultato che ci sfugge e che verrà dimostrato probabilmente nel futuro.
Le cifre tonde sono sempre false.
La vita matematica di un matematico è breve. È raro che si producano risultati migliori dopo i 25-30 anni. Se si è prodotto poco fino a quel momento, si continuerà a produrre poco.
La matematica è un linguaggio.
I matematici sono come i francesi: se si parla con loro, traducono nella loro lingua, e diventa subito qualcosa di diverso.
La matematica è un metodo logico. Le proposizioni della matematica sono equazioni, dunque proposizioni apparenti.
La matematica ha una strana posizione, simile pur nella sua propria posizione peculiare alle religioni rivelate - principalmente perché dalle lezioni a scuola in poi è stata presentata come un'arte arcana esercitata dagli unici umani con accesso alle verità platoniche.
Ovviamente, è la parola più pericolosa in matematica.
La più bella di tutte le lingue non è dunque il greco, è la matematica.