L'unica che mi sento di escludere è la foto di me stesso morto.— Oliviero Toscani
L'unica che mi sento di escludere è la foto di me stesso morto.
I libri possono servire per sedercisi sopra. Sarà che non leggo un libro, che non vado al cinema, non ho la televisione. La mia ignoranza è la mia cultura.
Esagerare è una forma di creatività che appartiene all'arte.
Le persone normali hanno sempre bisogno di un mostro da giudicare per convincersi di non essere simili a lui.
Si nasce, e poi l'unica cosa che siamo sicuri ci succederà sarà il morire.
Non ho mai avuto giocattoli. La sera andavo a letto con il fucile a turaccioli, una bambola di mia sorella e un quotidiano.
Ho fatto delle foto. Ho fotografato invece di parlare. Ho fotografato per non dimenticare. Per non smettere di guardare.
Tutto ciò che esiste intesse una relazione, è parte di un rigoroso disegno; quel che a prima vista può sembrare un viluppo di casualità, alla minuziosa analisi della macchina fotografica rivela gradualmente le sue perfette simmetrie. Niente è casuale, niente è banale.
Fare una fotografia significa partecipare della mortalità di un'altra persona (o di un'altra cosa) ed è proprio isolando un determinato movimento che tutte le fotografie attestano l'inesorabile azione dissolvente del tempo.
La fotografia non rivaleggia con la pittura, due espressioni sostanzialmente diverse; il pittore interpreta la realtà e la macchina fotografica le dà forma. Nella prima tutto è invenzione, mentre nella seconda al dato reale si somma la sensibilità del fotografo.
La macchina fotografica è uno strumento semplice, anche il più stupido può usarla, la sfida consiste nel creare attraverso di essa quella combinazione tra verità e bellezza chiamata arte. È una ricerca soprattutto spirituale.
Fotografare significa appropriarsi della cosa che si fotografa. Significa stabile con il mondo una relaziona particolare che dà una sensazione di conoscenza, e quindi di potere.
La luce è la lingua della fotografia, l'anima del mondo. Non c'è luce senz'ombra, come non c'è gioia senza dolore.
Le fotografie sono forse i più misteriosi tra gli oggetti che formano, dandogli spessore, quell'ambiente che noi definiamo moderno. Esse sono in realtà esperienza catturata, e la macchina fotografica è l'arma ideale di una consapevolezza di tipo acquisitivo.
Insegnandoci un nuovo codice visivo, le fotografie alterano e ampliano le nostre nozioni di ciò che val la pena guardare e di ciò che abbiamo il diritto di osservare. Sono una grammatica e, cosa ancor più importante, un'etica della visione.
Non è del tutto sbagliato dire che non esistono brutte fotografie, ma solo foto meno interessanti, meno rivelanti, meno misteriose.