L'amore di Dio previene, anticipa e salva. L'inizio della storia di peccato nel giardino dell'Eden si risolve nel progetto di un amore che salva.

Papa Francesco
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La nostra interpretazione

L’amore di Dio viene descritto come una forza che non si limita a reagire al male, ma lo precede, lo avvolge e lo trasforma. L’umanità, rappresentata dal peccato originario, appare fragile, incline all’errore e alla disobbedienza. Eppure, sin dall’inizio, la storia non è consegnata alla condanna, ma orientata verso una possibilità di salvezza. Il fallimento umano non viene considerato l’ultima parola, ma l’occasione perché emerga con più evidenza un disegno di amore fedele e tenace. La fragilità, invece di essere esclusivamente motivo di giudizio, diventa il luogo in cui la misericordia si manifesta con maggiore intensità. Il male non viene negato, ma non ha l’ultima parola. Esiste un progetto in cui la libertà dell’uomo e la bontà di Dio si incontrano di nuovo. L’amore non resta teorico o distante: entra nella storia ferita, la assume e la orienta verso una possibilità nuova, in cui la colpa può essere superata, la vergogna riscattata, la lontananza colmata. Questo amore non si limita a consolare, ma opera concretamente per rialzare e ricondurre a una pienezza perduta. Ne emerge una visione in cui ogni caduta può diventare l’inizio di un cammino diverso, se accolta dentro un orizzonte di fiducia e di abbandono a un amore che non si stanca di cercare e di ricostruire.

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