Non c'è che un amore nella vita di un uomo. La donna può amare più volte, quanto a lei, ma essa non ha che un amore da dare, ed è il primo.
— Alphonse Karr
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La nostra interpretazione
Il pensiero esprime una visione profondamente asimmetrica dell’amore tra uomo e donna. All’uomo viene attribuito un unico grande amore nel corso dell’esistenza, un sentimento che, una volta vissuto, non può essere sostituito o replicato con la stessa intensità. Questo amore diventa una sorta di centro emotivo, un punto fermo che segna la sua vita affettiva, anche se più avanti potrà vivere altre relazioni. In lui il confronto implicito resta sempre con quell’unica, assoluta esperienza.
Alla donna, invece, viene riconosciuta la possibilità di amare più volte, ma le si attribuisce un solo vero amore da donare completamente, ed è quello che arriva per primo. Quel primo trasporto totale viene descritto come irripetibile: dopo, può ancora provare affetto, passione, dedizione, ma non con la stessa ingenuità, interezza e abbandono emotivo. La prima esperienza amorosa, quindi, appare come il momento in cui il cuore si offre senza difese, senza calcoli, prima che delusioni, memorie e ferite ne limitino l’apertura.
In filigrana emerge una riflessione sull’innocenza perduta, sull’irripetibilità della prima volta in amore e sulla trasformazione interiore che ogni grande sentimento lascia dietro di sé. L’amore non è descritto come qualcosa di seriale e intercambiabile, ma come un evento che segna, modella e in parte consuma le risorse più pure del sentire umano. Si suggerisce così che, pur potendo amare ancora, uomini e donne non tornano mai del tutto uguali dopo quell’unico amore vissuto nella sua forma più assoluta.