Non ho la verità in tasca come tanti credono, ho la mia verità.
L'alpinismo porta con sé dei rischi, ma anche tutta la bellezza che si nasconde nell'avventura dell'affrontare l'impossibile.
Quando guardo le montagne ho i sentimenti delle montagne dentro di me: li sento, come Beethoven che sentiva i suoni nella testa quando era sordo e compose la Nona sinfonia. Le rocce, le pareti e le scalate sono un'opera d'arte.
Non si può mai dominare la natura, l'alpinista deve assumersi le proprie responsabilità e non dare la colpa alla montagna.
L'istinto di sopravvivenza è il sacro fuoco che ci costringe ad andare avanti.
Di cosa ho paura? Della vita borghese dalla quale sono sempre scappato fin da piccolo quando abitavo in Val Funes e non c'era neanche un campo da calcio per giocare. Guardavo le montagne e pensavo che arrampicandomi sarei andato via dal campanilismo e dalla ristrettezza mentale della valle.
Nove volte su dieci, nelle arti come nella vita, non c'è nessuna verità da scoprire; c'è solo un errore da denunciare.
Ma che sono alla fin fine le verità dell'uomo? Sono gli errori inconfutabili dell'uomo.
La verità è sempre concreta.
La parola verità non significa nulla da quando la menzogna è diventata inutile.
Accade della verità storica nè più nè meno come di tutte le altre: ci si sbaglia, più o meno.
Se vuoi serbar fede intera alla verità e alla giustizia, non giurar fedo a nessun partito.
Troppa verità è cruda.
La verità e la non-violenza sono antiche come le montagne.
Partirono alla ricerca della verità. Trovarono chi li stava sognando.
Che un uomo abbia la passione dei francobolli non sembra strano a nessuno; ma che un uomo possa avere la passiono della verità, sembra a moltissimi, nonché strano, incredibile: eppure la verità non è cosa che parli all'anima umana meno dei francobolli.