Sabino Acquaviva, nel suo pensiero profondo e critico, esplora la complessità dell'esperienza umana contemporanea. La frase riflette sulle implicazioni psicologiche ed emotive che derivano dall'allungamento della vita grazie ai progressi scientifici nelle scienze umane. L'autore suggerisce un cambiamento significativo nella percezione del tempo personale, dove la prospettiva di una vita potenzialmente infinita può creare tensione e incertezza. Questo discorso solleva interrogativi sulla natura della crescita umana e sulle sfide che l'umanità affronta nel gestire un'esistenza prolungata, dove il concetto di eternità si trasforma in una realtà psicologica pressante.