Ho passato vent'anni sul palco prima di affrontare una telecamera.
Tutti quelli che fanno teatro, anche a livello amatoriale, sanno che in quell'ambiente si trova subito una famiglia.
Come attore non ho preso molto da mio padre, perché sono piuttosto diverso da lui caratterialmente. Credo di aver preso da lui il rigore, una serietà professionale al limite della malattia mentale, che però mi è utile, soprattutto in teatro.
Ciò che ho sempre trovato di più bello, a teatro, è il lampadario.
Le ristrettezze economiche teatrali moderne impongono di scrivere commedie con sempre meno personaggi.
Il teatro è qualcosa che ho molto desiderato e molto preparato. Necessita di una tensione che non può cedere.
Sono un attore di teatro, ma negli ultimi dieci anni ho recitato in vari film per guadagnare soldi.
Il teatro mi ha insegnato a non lasciare spazi vuoti nello spettacolo.
Ho amato ogni minuto di ogni ora che ho passato recitando a teatro.
Sono convinto che uno spettacolo teatrale sia bello se visto dal vivo, la sua registrazione invece è molto meno interessante.
Sul palco non si è per nulla limitati perché si è liberi nel linguaggio: il linguaggio è la fonte della fantasia. Si può viaggiare più lontano con il linguaggio a teatro più che in qualsiasi film.
In teatro il corpo deve essere sempre concentrato su tutto. Devi sempre sapere dove sono i tuoi piedi. Non è possibile concentrarsi su un particolare, bisogna mantenere tutto il personaggio in maniera costante.