La vera felicità è non aver bisogno di felicità.
Dovunque c'è l'uomo, c'è l'occasione per fare del bene.
Il saggio vivrà non quanto può ma quanto deve. E considererà dove vivere, con chi, in che modo, e quale attività svolgere. Egli bada sempre alla qualità, non alla lunghezza della vita.
Un viaggio è incompiuto se ci si ferma a mezza strada o prima del punto stabilito; la vita non è incompiuta, se è virtuosa.
Infelice non è chi esegue un ordine, ma chi lo esegue contro la propria volontà. Disponiamoci, perciò a volere quello che le circostanze esigono.
Nessuno è infelice se non per colpa sua.
Il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta. E' per questo che l'uomo non può essere felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione.
Nulla giova alla felicità come sostituire il lavoro alle preoccupazioni.
La mancanza di qualcosa che si desidera è una parte indispensabile della felicità.
Per quanto possa sembrare paradossale, quello che a molti di noi manca è il coraggio di tollerare la felicità senza autosabotarsi.
Non fare una cosa a metà se non vuoi essere felice solo a metà.
Il mondo dei felici è altro da quello degli infelici.
È felice chi giudica rettamente. È felice chi è contento della sua condizione, qualsiasi essa sia, e gode di quello che ha. È felice chi affida alla ragione la condotta di tutta la sua vita.
Più ristretto è il nostro campo di azione, di visuale e di relazioni, e più siamo felici.
L'uomo cerca la felicità come un ubriaco cerca casa sua: non riesce a trovarla ma sa che esiste.
Non vi è che un modo per essere felici: vivere per gli altri.