La luna, rana d'oro del cielo.— Sergej Esenin
La luna, rana d'oro del cielo.
Teneramente malato di memorie infantili/ Sogno la nebbia e l'umido delle sere d'aprile.
O mia patria d'oro! In autunno lucente cattedrale!
Eccola, questa sciocca felicità Con le sue finestre bianche spalancate sull'orto! Sopra lo stagno, uguale a un cigno purpureo Naviga silenzioso il tramonto.
Voglio vivere, vivere, vivere Ditemi che fare per amor del cielo E io qualunque cosa farò Pur di stormire nel giardino dei viventi.
Cala la luna e io non spero, l'illusione è il lusso della gioventù.
Dove sono le notti passate con così tante stelle e così tanta luna accese contemporaneamente in un cielo senza luna e senza stelle?
Non chiedere la luna. Abbiamo le stelle.
Se c'è qualcosa che non ti va... dillo alla Luna! Può darsi che porti fortuna... dirlo alla Luna!
La vedi la luna? La prenderei per farne un diadema per te. Le vedi le stelle? Le prenderei per farne orecchini per te. Li vedi i pianeti? Li prenderei per farne collane a te. Allora, me la dai o devo distruggere l'universo?
La luna rossa, il vento, il tuo colore di donna del Nord, la distesa di neve... Il mio cuore è ormai su queste praterie, in queste acque annuvolate dalle nebbie.
Solo lo scienziato è vero poeta: ci dà la luna, ci promette le stelle, ci farà un nuovo universo se sarà il caso.
Se il Sole e la Luna dovessero dubitare, subito si spegnerebbero.
Un uomo sulla luna non sarà mai interessante quanto una donna sotto il sole.
Noi non abbiamo vie di mezzo: o stiamo sulla luna o andiamo nel pozzo.