L’esperienza amorosa viene presentata come una forza autonoma, capace di generare da sé sia il proprio splendore sia il proprio costo interiore. Chi ama profondamente scopre che non esistono parametri esterni per misurare ciò che offre o ciò che perde: la misura è creata dall’intensità stessa del sentimento. Il coinvolgimento, la gioia, l’attesa, ma anche la vulnerabilità, la gelosia o la sofferenza, non sono imposti dall’esterno; nascono dalla profondità con cui si vive il legame. In questo senso, l’“investimento” emotivo non ha garanzie, non può essere assicurato o protetto: più si ama, più cresce la capacità di provare sia felicità che dolore. L’amore autentico non si limita a essere un’emozione passeggera, ma diventa una condizione esistenziale che trasforma chi la vive, chiedendo in cambio parti sempre più intime di sé. Eppure, nonostante il prezzo talvolta alto, chi ha conosciuto questo sentimento raramente desidera rinunciarvi: la possibilità di toccare una forma di pienezza interiore ripaga, almeno in parte, la fatica e le ferite che comporta. Così l’amore resta un paradosso: la fonte del dono e, al tempo stesso, della perdita, ma proprio per questo una delle esperienze più intense e decisive della vita umana.