L'impazienza - non importa quale - è sempre segno di debolezza.
Tenerezza e gentilezza non sono sintomo di disperazione e debolezza, ma espressione di forza e di determinazione.
Il nemico si comporta come una donna, poiché suo malgrado, è debole e vuole sembrar forte.
I forti fanno ciò che devono fare, e i deboli accettano ciò che devono accettare.
Un sovraccarico dell'attenzione indebolisce il controllo mentale.
Le avversità non rendono l'uomo debole ma mostrano la forza che ha.
L'emozione è il linguaggio attraverso cui si comunica con sincerità, mettendosi a nudo, senza timore di mostrarsi fragili e indifesi, perché la fragilità è la nostra forza, in un mondo trascinato dalla ragione verso la competizione estrema.
Ecco una cosa grandiosa: avere la debolezza di un uomo e la tranquillità di un dio.
Se stai creando un personaggio e non lo rendi vulnerabile, ai lettori non piacerà, nemmeno se ha dei super-poteri.
La paura dei fallimento o del successo è unica è sempre uguale. Entrambi sono la paura di esporre. Non la nostra forza, ma la nostra debolezza.
Fa parte della crudele ironia della vita il fatto che proprio nel momento in cui ci sentiamo meno minacciati siamo particolarmente vulnerabili.