Non scrivere mai per piacere al pubblico, ma per piacere a te.
Non l'ha detto nessuno che la vita dev'essere facile. Se lo fosse, non le daremmo alcun valore.
Spesso si riconosce la felicità solo dopo averla persa.
La gente se ne infischia della lealtà e della correttezza. Conta soltanto aver successo e farla franca.
Il processo creativo in se stesso è già un'attività estremamente piacevole: per me è divenuta come una droga della quale non posso farne a meno. Generalmente lavoro per un anno, poi mi concedo sei mesi di relax e di viaggi. Trascorsa questa pausa, comincio ad attendere con ansia l'ispirazione.
Nella tomba non c'è posto per la gloria.
Il tuo manoscritto è sia bello che originale, ma le parti belle non sono originali, e quelle originali non sono belle.
Scrivere è nella mia natura.
La prima cosa necessaria per scrivere con efficacia è di non aver alcun riguardo per il lettore che non lo merita.
Di solito i blogger sono apprendisti-mancati-pretesi letterati che si dannano a cercare stima e fama in Internet. O signore e signorine che approfittano della copertura di un nickname, per sfogare umori e ardori, esibire dolciastre poesie o confidare i propri amori (di regola infelici).
Scrivere mi consente di rimanere integra e di non perdere pezzi lungo il cammino.
Nessuno che non fosse uno stupido ha mai scritto per ragioni diverse che per far quattrini.
Scrivere, si dice del resto, sarebbe una professione come tutte le altre. Il fatto che sia necessario dirlo, mai si oserebbe consolare in tal modo un ingegnere o un tornitore metallurgico, dimostra che non è così.
Ho scritto questo racconto più lungo del solito, semplicemente perché non ho avuto il tempo per farlo più corto.
Chi scrive chiaro, sa scrivere.
L'atto di scrivere tende, per sé stesso, a logicizzare il pensiero.