L'infanzia è una malattia, un malanno da cui si guarisce crescendo.
La prima cosa a cui si abituarono fu il ritmo del lento passaggio dall'alba al rapido crepuscolo. Accettavano i piaceri del mattino, il bel sole, il palpito del mare, l'aria dolce, come il tempo adatto per giocare, un tempo in cui la vita era così piena che si poteva fare a meno della speranza.
Gli uomini producono il male come le api producono il miele.
Se non fosse per questo dolce scandalo dell'infanzia, in uno o due secoli l'avarizia e l'inganno avrebbero disseccato la terra.
Segno certo d'amore è desiderare di conoscere, rivivere l'infanzia dell'altro.
Una grazia unica riposa sull'infanzia, riposa su ogni bambino.
Occorre consacrare la nostra vita ad acquistare lo spirito dell'infanzia, o a recuperarlo, se l'abbiamo conosciuto, poiché è un dono dell'infanzia che, per lo più, non sopravvive all'infanzia.
Adolescente: dicesi di colui che sta lentamente guarendo dall'infanzia.
Si parla della propria infanzia quando non c'è più, quando non la si capisce più molto bene.
Me lo diede papà, per i miei cinque anni. Disse: "L'infanzia finisce quando scopri che un giorno morirai".
Non esistono forse giorni della nostra infanzia che abbiamo vissuto intensamente quanto quelli che crediamo di aver perduto senza viverli, i giorni trascorsi in compagnia di un libro molto caro.
Una volta usciti dall'infanzia, occorre soffrire molto a lungo per rientrarvi.
Sono un'eterna bambina. Quando ero bambina ero donna, adesso voglio fare divertire quella piccola che non ha avuto una vera infanzia.