C'era una stella che danzava e sotto quella sono nata.— William Shakespeare
C'era una stella che danzava e sotto quella sono nata.
Sei onesta come le mosche d'estate, al mattatoio, che rinascono dalla loro stessa merda.
Pascola sulle mie labbra; e se quelle colline saranno asciutte, vaga più in basso, dove sono le fontane del piacere.
Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte.
Quando ambiamo al meglio, spesso roviniamo ciò che è bene.
Una donna deve a suo marito la deferenza che un suddito deve al suo principe.
Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me.
Dio, non servono più le stelle: spegnile una a una. Smantella il sole e imballa la luna. Svuota l'oceano, sradica le piante. Ormai più nulla è importante.
La vedi la luna? La prenderei per farne un diadema per te. Le vedi le stelle? Le prenderei per farne orecchini per te. Li vedi i pianeti? Li prenderei per farne collane a te. Allora, me la dai o devo distruggere l'universo?
Non piangere quando tramonta il sole, le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle.
In cielo c'è una stella per ognuno di noi, sufficientemente lontana perché i nostri dolori non possano mai offuscarla.
Quelle stelle che nel Nord, nelle notti chiare, sono lacrime ghiacciate tra miliardi di altre, la via lattea di gennaio come caramelle d'argento, veli di gelo nell'immobilità, che lampeggiano, pulsando al ritmo lento del tempo e del sangue dell'universo.
A volte, di notte, dormivo con gli occhi aperti sotto un cielo gocciolante di stelle. Vivevo, allora.
La stella più luminosaè quella che si spegne per prima.
Le stelle esistono perché amo, se non amassi scomparirebbero.
Poveretto è chi non vede le stelle senza una botta in testa.