Miserabile che sono, sono poveri persino i miei ringraziamenti.— William Shakespeare
Miserabile che sono, sono poveri persino i miei ringraziamenti.
Non ogni nube porta tempesta.
Modella l'azione alla parola, la parola all'azione.
Vedo che i giudizi degli uomini formano un tutto unico colle loro fortune e che i fatti esteriori si trascinano dietro le loro qualità intime, per degenerare ugualmente.
C'era una stella che danzava e sotto quella sono nata.
Gli angeli ancora risplendono, anche se è caduto quello più splendente.
Sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti.
Non vi può essere vera libertà individuale in presenza di insicurezza economica.
La coscienza ci assicura, che meglio è la generosità con la miseria, che la dappocaggine con la contentezza.
La fame fa imparare in fretta tutti i mestieri.
La felicità dell'uomo bianco non può essere acquistata con la miseria dell'uomo nero.
La saggezza del disgraziato nasconde ancora il desiderio di esser felice; la vera saggezza è quella dell'uomo felice.
Chi non ha figli sfugge a parecchia miseria.
Un miliardario spesso non è che un pover'uomo con tanti soldi.
La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature.
Nessuno ha dominato il tennis come Kramer che, nel 1947, prima di passare al professionismo, ha vinto Wimbledon perdendo in 7 partite la miseria di 37 games (questa volta Sampras ne ha perduti 88).