Nessuno può sperimentare due volte lo stesso amore o la stessa morte così come, ci diceva Eraclito, nessuno può bagnarsi due volte nello stesso fiume. Entrambi sono eventi definitivi, irriguardosi e indifferenti a tutto il resto.
— Zygmunt Bauman
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La nostra interpretazione
Ogni esperienza d’amore ha un carattere irripetibile. Anche quando le situazioni sembrano simili, le persone coinvolte, il momento della vita, le emozioni e le consapevolezze non sono mai le stesse. L’amore, nel suo accadere, è un evento unico, che non può essere replicato né riprodotto in copia: lascia un segno definitivo, modifica chi lo vive e trasforma il modo in cui si guarda a sé stessi, agli altri e al mondo. Allo stesso modo, la morte rappresenta il punto in cui ogni possibilità viene meno, un confine ultimo che non permette ritorni né seconde occasioni.
Sia l’amore che la morte sono indifferenti ai desideri umani di controllo, sicurezza e ripetizione. Accadono, travolgono, impongono una svolta radicale. Non negoziano con le nostre paure o con le nostre speranze, non si adattano ai nostri calcoli. Questa loro indifferenza li rende assoluti: non si lasciano addomesticare. Il richiamo al fluire continuo dell’esistenza suggerisce che nulla rimane identico a sé stesso; tuttavia, dentro questo scorrere, alcuni eventi rompono la continuità e segnano un prima e un dopo irreversibile. L’amore autentico e la morte appartengono a questo ordine di esperienze: definitive, inafferrabili nella loro totalità e per questo così potenti, perché costringono a fare i conti con la precarietà, la singolarità di ogni incontro e la finitezza del tempo disponibile per viverlo.