L’amore viene presentato come qualcosa di misterioso e sfuggente, capace di sconvolgere la lucidità delle persone fino a farle “delirare”. Non appare come un sentimento lineare o facilmente definibile, ma come un’esperienza estrema che oscilla tra poli opposti: da un lato la gioia, dall’altro il dolore, fino alla sensazione che possa diventare addirittura questione di vita o di morte. In questo interrogarsi c’è un’attenuazione ironica, ma anche una seria constatazione: quando si è coinvolti, non esiste una misura moderata, tutto viene amplificato. La ragione vacilla, i confini tra piacere e sofferenza si confondono, e chi ama si trova in uno stato di continua instabilità emotiva. Il sentimento viene messo in discussione non per negarlo, ma per evidenziarne la complessità: nessuna definizione può esaurirlo, perché ogni persona lo vive come un miscuglio irripetibile di entusiasmo, paura, dipendenza, tenerezza e smarrimento. L’enigma sta proprio in questa contraddizione: il bisogno irresistibile di qualcosa che, allo stesso tempo, appaga e ferisce, esalta e consuma.