Scrittore. Spettatore di se stesso. Spesso, l'unico spettatore.
Una certa età è sempre un'età incerta.
Le donne vogliono un marito che sia un genio. Quando si sposano, vogliono che sia un babbeo.
Alcuni scrittori per scrivere hanno bisogno della vena. Altri dell'avena.
La fortuna viene dormendo, e chi si alza presto le taglia la strada.
Per concludere e terminarla con un'indagine che la mancanza di idonei risultati rende quanto mai penosa, dobbiamo dire che, da qualunque parte si esamini la questione, non c'è nulla in comune fra gli asparagi e l'immortalità dell'anima.
Ogni sguardo dello scrittore diventa visione, e viceversa: ogni visione diventa uno sguardo.
La differenza tra un romanziere e uno storico è questa: che lo scrittore racconta menzogne deliberatamente e per il gusto di farlo; lo storico racconta menzogne nella sua semplicità e immagina di dire la verità.
Un grande classico è uno scrittore che si può lodare senza averlo letto.
Un vero scrittore non scrive in una lingua appresa da adulto, ma nella lingua che conosce sin dall'infanzia.
Il compito di un narratore è anzitutto quello di rappresentare. Un libro che si apre è come un sipario che si alza: i personaggi entrano in scena, la rappresentazione comincia.
Uno scrittore è sempre qualcuno, per me, che ha fallito a qualche altra cosa nella vita.
Grande scrittore è quello che intinge in inchiostro infernale la penna che strappa dall'ala di un arcangelo.
La cosa peggiore che può accadere a uno scrittore è non essere maturo per le sue stesse idee.
Una delle più diffuse ingenuità consiste nel ritenere che a furia di scrivere si possa diventare scrittori.
Non chiedete a uno scrittore di canzoni che cosa ha pensato, che cosa ha sentito prima dell'opera: è proprio per non volerverlo dire che si è messo a scrivere. La risposta è nell'opera.