È un errore considerare puramente politico quello che noi facciamo.— Adolf Hitler
È un errore considerare puramente politico quello che noi facciamo.
Fedeltà, abnegazione, taciturnità sono virtù di cui un grande popolo ha necessità: l'insegnarle e il perfezionarle nella scuola è più importante di molte cose che oggi riempiono i nostri programmi scolastici.
In uno Stato nazionale, la scuola deve lasciare libero per l'educazione fisica un tempo di gran lunga maggiore. Non è necessario riempire i giovani cervelli d'una zavorra di cui, come insegna l'esperienza, riterranno solo la minima parte.
Tutti i grandi movimenti devono la loro origine a grandi oratori, non a grandi scrittori.
Lo Stato deve presentarsi come il preservatore di un millenario avvenire, di fronte al quale il desiderio e l'egoismo dei singoli non contano nulla e debbono piegarsi.
La mancanza di un'idea grande e nuova significò sempre una limitazione della forza di combattere. La convinzione del diritto d'impiegare armi anche brutali è sempre connessa con la presenza d'una fede fanatica nella necessità del trionfo d'un nuovo ordine rivoluzionario.
La politica richiede una certa retorica. Non richiede un'azione morale che corrisponda alla retorica. La politica richiede invece azione politica.
In genere i magistrati che sono entrati nell'agone politico non hanno dato buona prova. Per non suscitare le perplessità più o meno fondate, di una parte della società civile, sarebbe auspicabile che le forze politiche si astenessero da ogni tipo di rapporto con loro.
La politica è troppo spesso l'arte di tradire gli interessi reali e legittimi per crearne altri immaginari e ingiusti.
Le rivoluzioni dunque non riguardano piccole questioni, ma nascono da piccole questioni e mettono in gioco grandi questioni.
Capita anche questo: il dietrologo diventa all'improvviso un eroe dell'avanguardia.
Quell'eterna mancanza di soldini, che tormenta gli uomini pubblici.
Ho sempre pensato che un politico debba essere giudicato dall'animosità che provoca tra i suoi oppositori.
Denunciare è del giornalismo, proporre soluzioni è già politica.
La politica deve diventare anch'essa mitopoietica, inventare con urgenza parole simbolo capaci di emozionare e unificare.
La politica non è una scienza esatta.