La libertà di pensare è il coraggio di imbattersi nei proprio demoni.— Alain de Botton
La libertà di pensare è il coraggio di imbattersi nei proprio demoni.
La consapevolezza dell'insania di un amore non ha mai preservato nessuno da tale malattia.
In nessun ambito della nostra vita il desiderio di un certo destino è più forte che nella sfera romantica.
Se a volte un edificio seducente ci mette di buon umore, ci sono invece momenti in cui nemmeno il luogo più ameno sarà in grado di sfrattare la nostra tristezza o la nostra misantropia.
Nell'architettura nulla è mai brutto in sé: semplicemente nel posto sbagliato o della misura sbagliata, mentre la bellezza è figlia di una relazione coerente tra le parti.
Poche sensazioni possono essere così stimolanti e incutere, allo stesso tempo, tanta paura quanto la consapevolezza di essere oggetto dell'amore di un altro, perché se non si è assolutamente sicuri delle proprie virtù, si giudica l'affetto che si riceve come un grande dono immeritato.
Come può uno diventare pensatore, se non passa almeno una terza parte di ogni giorno senza passioni, uomini e libri?
Chi pensa profondamente sa di aver sempre torto, comunque agisca e giudichi.
Chi pensa molto, chi pensa cioè oggettivamente, dimentica facilmente le proprie vicende, ma non dimentica i pensieri che da quelle sono suscitati.
Pensare è un piacere faticoso, come fare sport.
Pensare è difficile, però si può benissimo parlare e scrivere senza pensare.
Ecco il grande errore di sempre: immaginarsi che gli esseri pensino ciò che dicono.
I pensieri sono spiriti in movimento come le onde del mare che fanno sentire la loro voce infrangendosi sulla riva.
Uomini hanno vissuto per pensare e altri non hanno potuto farlo per essere stati costretti alla sola incombenza di sopravvivere.
È quasi impossibile pensare senza parlare.
Chi pensa in tutto come il suo secolo è necessariamente nell'errore.