La libertà di pensare è il coraggio di imbattersi nei proprio demoni.
Se a volte un edificio seducente ci mette di buon umore, ci sono invece momenti in cui nemmeno il luogo più ameno sarà in grado di sfrattare la nostra tristezza o la nostra misantropia.
Il presente si deteriora, prima in storia, quindi in nostalgia.
Vivere nel tempo futuro significava alimentare, in contrasto con il presente, una vita ideale che ci avrebbe preservato dalla necessità di lasciarci coinvolgere dalla situazione che ci circondava.
Nell'ossessione dell'oasi, l'uomo assetato immagina l'acqua, le palme e l'ombra non perché ce ne siano oggettivi indizi, ma perché ne ha pressante necessità.
Se non accettiamo gli insegnamenti che l'amore ci ispira, continueremo felici a ripetere indefinitamente gli stessi errori, come mosche che ritornano dementi a picchiare contro i vetri delle finestre, incapaci di capire che il vetro, per quanto trasparente, non può essere attraversato.
Uomini hanno vissuto per pensare e altri non hanno potuto farlo per essere stati costretti alla sola incombenza di sopravvivere.
Il pensiero s'impernia sulla definizione delle parole.
Nessuno può alienare a favore d'altri il proprio diritto naturale, inteso qui come facoltà di pensare liberamente.
Mai si è vissuto tanto come quando si è pensato molto.
Si può pensare a fondo soltanto ciò che si sa, perciò bisogna imparare qualcosa, ma si sa, altresì, soltanto ciò che si è pensato a fondo.
La maggior parte pensa troppo poco per pensare doppio.
Penso, quindi Cartesio esiste.
Per "pensiero" io intendo tutto l'insieme - pensato, sentito, il corpo, l'intera società coi suoi pensieri condivisi - è tutto un unico processo.
Se l'uomo fosse destinato a pensare, non avrebbe gli orecchi.
Pensatore a catena. A uno che ha molto pensato, ogni nuovo pensiero che sente o legge, appare subito in forma di catena.