Le cose nella vita muoiono da sé, come sono nate, per noia, per indifferenza o anche per abitudine.
L'uomo vuole sempre sperare. Anche quando è convinto di essere disperato.
Le grandi esperienze della vita sono quelle che non vorremmo fare mai.
La comicità implica l'esperienza indispensabile della serietà, mentre la serietà non implica affatto l'esperienza della comicità.
Sai cosa si fa quando non se ne può più? Si cambia.
Per una donna i corteggiatori sono come le collane e i braccialetti: ornamenti di cui, se può, preferisce non disfarsi.
Il pedaggio per andare avanti con la propria vita è l'indifferenza.
Il modo migliore è di non combattere, lascia perdere. Non cercare sempre di aggiustare le cose. Quello da cui scappi non fa che rimanere con te più a lungo. Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte.
L'indifferenza attiva a ciò che è importante è un dovere.
Gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando togli gli occhi dalla meta.
E se in mezzo a questa gente tu rimani indifferente allora meglio un bambino solo perché un bambino va contro il vento la vita è un rischio e te ne accorgerai.
Si è morti, si dorme il grande sonno e ci se ne fotte di certe miserie.
Dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.
La rabbia è non solo inevitabile, è necessaria. La sua assenza indica indifferenza, la più disastrosa delle mancanze umane.
Ciò che si perde senza saperlo non è una perdita.
I tre predominanti stati egoici nelle relazioni sono: il desiderio, il desiderio non soddisfatto (rabbia, risentimento, recriminazione, lamentela) e l'indifferenza.
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